Sindrome della "testa che scivola sul collo": come curarsi e riconoscere la malattia
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Direttore: Alessandro Plateroti

Sindrome della “testa che scivola sul collo”: come curarsi e riconoscere la malattia

paziente donna in ospedale per aborto

I sintomi della spondilolistesi e come trattare la ‘testa che scivola sul collo’. Informazioni dettagliate sulla diagnosi.

Come scritto su Adnkronos.com sulla sindrome “testa che scivola sul collo“, nella mitologia greca, Atlante era stato condannato, per aver contrariato Zeus, a reggere sulle proprie spalle il peso dell’intera volta celeste, da qui deriva il nome della prima vertebra cervicale, l’atlante, che ha il compito di sostenere il cranio. Il punto di contatto tra questa vertebra, la seconda vertebra cervicale (il cosiddetto dente dell’epistrofeo) e la base cranica è noto come giunzione cranio-cervicale.

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È un punto molto delicato che può essere interessato da una serie di patologie infiammatorie, degenerative, neoplastiche e traumatiche che possono dar luogo a una ‘spondilolistesi’, cioè la ‘malattia della testa che scivola sul collo‘”, spiega Massimiliano Visocchi, neurochirurgo all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Sindrome della testa che scivola sul collo: quando può comparire e come riconoscerla

La spondilolistesi può insorgere in persone con problemi dismetabolici (come sindrome di Down, mucopolisaccaridosi, iperparatiroidismo, malattia di Paget), infiammatori (artrite reumatoide, sindrome di Griesel), tumori della giunzione cranio-cervicale o a seguito di traumi come incidenti stradali, colpi dietro la nuca, incidenti sportivi o cadute sugli sci. Questi eventi possono causare fratture o dislocazioni delle vertebre cervicali, portando a instabilità della colonna, che spesso necessita di intervento chirurgico, a volte urgente.

I sintomi e come trattarla

I sintomi di questa condizione includono dolore al movimento della testa, formicolii agli arti, andatura instabile (atassica o paraparetica) e, in alcuni casi, perdita del controllo dello sfintere urinario. Di fronte a questi sintomi, il neurochirurgo può richiedere esami radiologici. “La radiografia dinamica evidenzierà l’anomalo rapporto tra le prime vertebre cervicali e la base cranica“, spiega Visocchi. La TAC e la risonanza magnetica permettono una valutazione dettagliata del danno.

Nei casi meno gravi, si può tentare di ridurre la dislocazione con un collare Halo-Vest, un dispositivo esterno temporaneo che immobilizza la colonna cervicale. “Questo sistema si indossa per qualche mese e può preparare all’intervento chirurgico, che immobilizza e protegge la colonna cervicale“, continua Visocchi. In alcuni casi, l’Halo-Vest può portare alla guarigione per consolidamento della vertebra. In altri, è necessario un intervento chirurgico per bloccare le vertebre con viti e barre in titanio.

L’intervento dura circa 3 ore e generalmente non richiede riabilitazione, ma è complesso e richiede centri con grande esperienza. “Negli ultimi 10 anni, abbiamo operato un centinaio di casi: siamo un centro di riferimento in Italia e l’unica università al mondo con un centro di ricerca dedicato alla chirurgia della giunzione cranio-cervicale”, conclude Visocchi.

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ultimo aggiornamento: 21 Maggio 2024 9:33

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